BENEFICI FISCALI SULLA CASA PER PENSIONATI EMIGRATI: UN’ITALIA, 8.047 COMUNI E TANTA CONFUSIONE
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Lettera aperta al MEF ed all’ANCI
Come noto ai più tra le comunità italiane emigrate - grazie essenzialmente all’impegno profuso dall’Unione degli Italiani nel Mondo (UIM) e dal patronato ITAL UIL nella diffusione dell’informazione, oltre che nell’offrire un servizio di assistenza ai pensionati interessati - con l’articolo 9 bis del Decreto Legge 28 marzo 2014, n. 47 convertito con modificazioni dalla Legge 23 maggio 2014, n. 80 (in G.U. 27 maggio 2014, n.121), i pensionati italiani iscritti all’AIRE titolari di una pensione locale, dal corrente anno (2015), non devono più versare l’IMU su un’unica unità immobiliare posseduta (o in usufrutto) in Italia essendo stata loro riconosciuta “abitazione principale” a condizione che la stessa non sia data in locazione, mentre per la TASI e la TARI devono pagare solo un terzo del dovuto.
Tuttavia da mesi - prima, come UIM e, poi, anche con un’interrogazione parlamentare da parte dell’on.le Fabio Porta, presidente del Comitato permanente per gli italiani all'estero e la promozione del Sistema Paese della Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati - sono stati sollecitati sia il MEF che l’ANCI a svolgere opera di informazione dei Comuni italiani ed a chiarire, con un Regolamento, i diversi aspetti applicativi della stessa legge che si presta a varie interpretazioni.
Purtroppo ad oggi, alla vigilia della scadenza del termine (16 giugno) per il pagamento dell’acconto per l’IMU e la TASI, sia il MEF che l’ANCI stanno brillando per il loro silenzio. Così che molti Comuni italiani stanno interpretando la legge succitata non sempre in modo univoco ed altri stanno, addirittura, negandone l’esistenza a quei pensionati emigrati che ne hanno chiesto l’applicazione!
Ancora una volta siamo, pertanto, in presenza della solita confusione creata dalle istituzioni e dalla burocrazia italiane nei confronti dei cittadini con l’aggravante che, in questo caso, si tratta di persone anziane e che vivono all’estero per cui diventa difficile per loro, se non impossibile, mettersi a discutere o avviare un contenzioso a distanza con dei funzionari comunali per far valere un diritto fissato da una legge dello Stato se non affidandosi, appunto, alla UIM o al patronato ITAL UIL e, tramite quest’ultimi, ad un CAF UIL.
Una confusione incredibile che poteva benissimo essere evitata se pensiamo che l’articolo 9 bis del Decreto Legge 24 marzo 2014, n. 47 - pur applicabile dal 2015 - è conosciuto da ben oltre un anno e che, quindi, da parte sia del MEF che dell’ANCI, ci sarebbe stato tutto il tempo per diffonderne il tenore e per emanare un suo Regolamento applicativo a beneficio degli 8’047 Comuni italiani. Peccato che tutto ciò non sia stato fatto, ma sarebbe comunque sempre utile se avvenisse, anche perché chissà quanti pensionati iscritti all’AIRE e proprietari di un’abitazione in Italia sono ancora all’oscuro di questa norma che li riguarda!
Dino Nardi