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L’Italia un paese libero e civile grazie anche agli italiani in Svizzera

Per la Comunità italiana della ex circoscrizione consolare di San Gallo il 69° anniversario della festa della repubblica costituisce un importante appuntamento della vita quotidiana. Non è tanto un amarcord o una vena nostalgica del passato, bensì questa festività è intesa come un momento felice per guardare avanti e pensare ad un miglior futuro per chi ha scelto di insediarsi definitivamente in questo pittoresco ambiente che contraddistingue i cantoni Appenzello, Grigioni, San Gallo, Turgovia e Principato del Liechtenstein.


Ciò nonostante la presenza di delegazioni dirappresentanti delle associazioni giovani, adulti ed anziani, di missionari, docenti universitari e insegnanti, operai, artisti e musicisti, accademici, professionisti ed autorità locali provenienti da tutta la ex circoscrizionenon può affrancare il pensiero dalle tristi vicende che nell’ultimo anno si sono susseguite in questo fazzoletto di mondo: la chiusura del Consolato d’Italia ha lasciato ferite profonde e difficilmente rimarginabili. Il nostro Paese ha commesso una grave ingiustizia verso coloro,che gli hanno regalato le migliori energie e si sono adoperati per modernizzarla e arricchirla.

La commemorazione della festa della Repubblica a San Gallo, perciò, richiama in ogni presente lo spirito di patria; avviene in un periodo di profondo cambiamentosociale, culturale ed economico delle società evolute,che si sono caratterizzate e sviluppate nei diversi continenti durante l’età moderna. Un lungo periodocontrassegnato da fermenti attutiti dalle sopraffazioni, daguerre a cui si sono succeduti forti periodi di resistenza civile e di liberazione da regimi dispostici e dittatoriali, i quali solo con la forte volontà popolare sono stati rimossi da regimi democratici.

E con il ritorno alla democrazia la comunità italiana ha assaporato il valore della libertà e della pace negati cento anni fa con la partecipazione alla prima guerra mondiale a cui successe il Ventennio fascista ed il collaborazionismo con forze nazifasciste; settant’anni fa con la liberazione ritornarono la libertà e la pace ed entrarono in vigore i diritti estesi a tutti, i quali crearono i presupposti per la rinascita del nostro Paese e favorirono il sogno italiano. In questo clima di rinnovatafiducia e speranza il nostro Paese si è data una delle più belle carte costituzionali del mondo e successivamenteha compiuto grandi passi avanti avanzando tra i paesi più evoluti al mondo.
 
In questi mutamenti persistono ancora grandi zone d’ombra e di “invisibilità” da parte del nostro Paese nei confronti dei propri cittadini costretti, ieri oggi e domani,a crearsi un nuovo futuro fuori dai confini nazionali. La riduzione dei consolati e le numerose difficoltà con cui si confrontano i cittadini per ricevere i più elementari servizi amministrativi italiani è indescrivibili, l’iniquo trattamento fiscale verso i proprietari di una prima abitazione in Italia, il progressivo e incessante disimpegno dell’offerta di formazione linguistica per gli alunni italiani, il ridimensionamento degli insegnanti e perfino della presenza dei missionari configurano un deficit di attenzione e di cittadinanza che vorremmo esprimere ad alta voce ed in maniera solenne in una giornata rappresentativa e memorabile.

Perciò, il ritrovarsi insieme per festeggiare il 69° anniversario della Repubblica italiana è la spia di una forte volontà di riscatto e di determinazione che attraversano la nostra Comunità e ci invitano ad assumere un forte impegno a tenere dritta la schiena per affrontare con dignità le avversità dei cambiamenti in corso, cercando di intervenire per correggere decisioni prese senza cognizione di causa. Non sarà la ”spendingreview” o il contenimento della spesa pubblica a piegare la volontà di mantenere viva il senso di Comunità, che ha messo radici profonde nella Svizzera orientale ed in tutta la Confederazione svizzera.

Chi vive in Svizzera, a distanza d’anni e dopo aver subito profonde umiliazioni, può affermare che, in diversi periodi storici la Confederazione ha offerto rifugio e speranza e con un profondo sentimento di gratitudine siamo compiaciuti, che il nostro modo di vivere, i nostri comportamenti, il gusto e la voglia di vivere abbiano permeato fino a confondersi e mutare le abitudini e le tradizioni nella terra di Zwingli e Tell.

Vorremmo che questo contributo fosse messo a valore anche dal nostro paese, come un dividendo che crea ricchezza, sapere, conoscenza e giustizia sociale capace di sublimare anche i riottosi all’ospitalità dei nuovi italiani o di coloro che si mettono in cammino sul sentiero della speranza, lungo il quale in passato ci siamo avviati per sfuggire alla miseria ed alla mancanza di una prospettiva di vita.
 
Michele Schiavone

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