1.ma riunione Comites Basilea: LA SOLITA CRICCA
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La prima seduta del nuovo Comites di Basilea ha avuto luogo martedì, 28 aprile 2015. Questo primo incontro è stato convocato dal console Dott.ssa Maria Pia Calisti ed è stato presieduto dal membro che ha ottenuto la cifra più elevata individuale di voti: Nella Brignolo della Lista “Solidarietà e Progresso”. Speditivamente si procede all’elezione del presidente. Si propone come unico candidato Nella Brignolo, che è cosi nominata per i prossimi 5 anni presidente del Comites di Basilea. Stessa procedura per l’ elezione del segretario, al quale si propone come unica candidata Raffaella Criniti della lista “Rete Italia”. Ambedue sono già sedute a capotavola, conforme al loro nuovo ruolo.
Per la verifica dell’eleggibilità dei membri inizia un’intensa discussione dopo che io ho colto la parola e dopo che ho specificato il principio espresso dalla costituzione, ovvero la garanzia della libertà di voto e della parità formale di opportunità dell'elettorato passivo allo scopo di eliminare meccanismi distorsivi della competizione elettorale tra i candidati. Il titolare di una carica pubblica o di un mandato elettorale locale potrebbe, infatti, utilizzare la propria posizione di supremazia o di poteri del proprio ufficio per esercitare un’indebita interferenza sulla competizione ai fini della raccolta del consenso elettorale nell'ambito della comunità locale, e per questo la legge prevede l’ ineleggibilità per
“[…] gli amministratori e i legali rappresentanti dei comitati per l’assistenza che ricevono finanziamenti pubblici”.
Aggiungo che questo corrisponde agli operatori di patronato responsabili di una sede all’estero e specifico i nominativi di Vincenzo Bruzzese e Angelo di Lucci, entrambi appartenenti al patronato Ital-Uil e alla lista “Solidarietà e Progresso”.
La legge chiede anche l’ ineleggibilità per i
“[…] dipendenti dello Stato Italiano che prestano servizio all’ estero, ivi compresi il personale a contratto, nonché quelli che detengono cariche istituzionali […].
Che a mio parere corrisponde anche per i “corrispondenti di consolato” nominati ed elencati nella lista del Consolato di Basilea e guarda caso ancora Vincenzo Bruzzese e Angelo di Lucci.
Non ho niente contro nessuno e non ho niente contro gli istituti che rappresentano, ma la legge deve essere osservata da tutti e lo dico con convinzione. Lo dico con convinzione dopo l’esperienza che condivido con varie persone truffate da un patronato e che si sono trovati con un Comites di parte, perché la maggioranza dei membri era appunto di provenienza patronale.
La presidente del Comitato prende la parola, specificando che non vede alcun motivo di ineleggibilità e propone di procedere al prossimo punto. Interviene il Console e chiede, conformemente alla legge, che i due membri in discussione formulino entro dieci giorni le loro osservazioni per eliminare le cause di ineleggibilità sopravvenute. Poi sarà il Comitato a deliberare o meno i due membri. Si procede all’elezione dei membri dell’ esecutivo e guarda caso sono eletti proprio i due membri in discussione. Ossia, sono eletti i membri in sospetto di ineleggibilità. Propongo a questo punto di dichiarare nulla la votazione e di posticiparla tra dieci giorni, quando la situazione in sospeso sarà chiarita.
Apriti cielo! Dopo vari scambi di parole, osservazioni e pensieri decido, dopo la dichiarazione della neo-presidente che “la legge non deve essere osservata”, di lasciare la sala riunione. Rientro solamente dopo la richiesta di vari membri che mi sono corsi dietro. Tra dieci giorni ci sarà un’altra discussione sull’eleggibilità dei due membri in discussione e presumo che non si potrà chiarire la situazione. Si procederà alla votazione per decidere su un punto fondamentale della legge con i votanti di maggioranza della stessa lista dei membri in discussione. Procedendo in questa maniera chi ha la maggioranza nel Comites ha carta bianca per procedere a proprio piacimento. Morale della storia: L’ ineleggibilità è facilmente sovvertita dagli stessi ineleggibili e il Comites diventa una farsa.
Marco Tommasini