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La Festa campestre della Famiglia Bellunese di Basilea unisce generazioni di emigranti

Dopo anni di attesa dovuti alla pandemia, la Famiglia Bellunese di Basilea ha potuto nuovamente accogliere soci, socie e familiari nella storica Festa campestre, organizzata domenica scorso, 29 giugno. L’appuntamento, che affonda le radici nella lunga storia dell’emigrazione bellunese in Svizzera, ha rappresentato un momento di incontro, memoria e comunità molto sentito, anche grazie alla presenza del presidente dell’Associazione Bellunesi nel Mondo (Abm), Oscar De Bona, e del direttore Marco Crepaz.


La giornata ha avuto il sapore di un ritorno alle origini. Numerosi i partecipanti, molti dei quali si sono ritrovati dopo anni di interruzione a causa del Covid-19. Proprio questo aspetto è stato sottolineato dal presidente della Famiglia Bellunese di Basilea, Giuseppe Piazza: “Siamo davvero felici di avervi qui con noi e di essere ripartiti dopo questa lunga pausa. Non è stato facile ricominciare, ma era doveroso farlo. La nostra comunità ha bisogno di momenti di incontro e di condivisione”.

A fare gli onori di casa, oltre a Piazza, anche la segretaria Lorena Plattner Masoch e il consigliere Ivo Da Rozze, assieme a tutto il comitato organizzativo e ai volontari che hanno collaborato alla buona riuscita dell’evento.

L’iniziativa ha assunto anche un valore simbolico: quello della continuità tra generazioni e della memoria condivisa. Come ha ricordato il presidente dell’Abm, Oscar De Bona, la Famiglia di Basilea è una delle più storiche tra quelle fondate all’estero: “La Famiglia Bellunese di Basilea è parte del cuore dell’Associazione Bellunesi nel Mondo. È stata, assieme a quella di Zurigo, la prima a essere fondata. Era il 1966 quando l’allora presidente Adriano Barcelloni Corte, con il vescovo della Diocesi di Belluno-Feltre Gioacchino Muccin, consegnava ufficialmente il gagliardetto alla comunità bellunese di Basilea. Sono quasi sessant’anni di storia, di presenza e di testimonianza viva del legame con la nostra terra d’origine. Vi aspettiamo il prossimo anno per celebrare insieme questo importante anniversario”.

Il momento conviviale è stato all’altezza della tradizione: non sono mancati i sapori tipici bellunesi, tra cui il formaggio Piave stravecchio, il prosecco, e piatti della cucina veneta e svizzera preparati dai volontari, creando un’atmosfera familiare e autentica.

Il direttore dell’Abm, Marco Crepaz, nel suo intervento, ha voluto rimarcare l’importanza del sostegno dei soci e delle socie all’attività dell’associazione: “È grazie a voi e alle vostre quote associative che da quasi sessant’anni l’Associazione Bellunesi nel Mondo può realizzare progetti, tutelare la memoria dell’emigrazione, e accompagnare le nuove generazioni nel mantenimento dell’identità culturale bellunese nel mondo”.

Crepaz ha poi invitato i presenti a contribuire attivamente con materiali e testimonianze: “Mantenere viva la storia dell’emigrazione significa anche raccogliere e custodire foto, documenti, lettere e racconti di vita. Vi invitiamo a condividerli con noi. È fondamentale costruire una memoria collettiva che sia accessibile anche ai giovani e ai discendenti degli emigranti”.

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