Uomo autistico costretto a lasciare il lavoro dopo 22 anni. Bertoli: Una sconfitta per il Cantone
Il Cantone sarebbe dovuto essere da esempio, eppure è scivolato nel migliore dei modi. Lascia tristezza la vicenda di un uomo afflitto da disturbo autistico: ha 42 anni e da 22 lavorava alla Isole di Brissago. A dicembre, a seguito di una serie di problemi, lascia il lavoro, però il suo è come se fosse un licenziamento. A tio.ch, che ha raccontato la sua storia, parla di nostalgia delle sue Isole. Per la famiglia, quello che ha subito è quasi mobbing.
I problemi sono cominciati con la partenza del direttore, quattro anni fa. Lui e un altro collega disabile vengono abbandonati a loro stessi, senza l’accompagnamento psicologico. E a novembre dello scorso anno la famiglia riceva la prospettata disdetta del contratto: l’uomo presenta problemi comportamentali. I parenti, dopo una riunione coi datori di lavoro, affermano che sono le solite problematiche date dall’autismo, che nessuno è più in grado di gestire.
“Non volevano pronunciare la parola "licenziamento" ma di fatto è quello che è successo”, spiegano con rabbia. Fino alle decisione, di comune accordo col 42enne, di lasciare il lavoro.
E il DECS cosa dice? Manuele Bertoli ha ricevuto una lettera della famiglia e ha risposto, dicendosi rammaricato: “una sconfitta per il Cantone che dovrebbe essere d'esempio mentre a pagare il prezzo è solo la parte più debole”. La situazione, scrive, sarebbe dovuta essere stata gestita in modo diverso.
PB per Ticino Libero