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Voto all'estero/ Garavini (Iv): l’inversione dell’opzione favorisce l’accaparramento di voti

"Il voto degli italiani all'estero va messo in sicurezza, ma in maniera reale, non sostenendo meccanismi il cui unico risultato sarebbe indebolire la rappresentanza estera. A partire dall'inversione dell'opzione, che persegue esattamente il contrario degli obiettivi per il quali il voto andrebbe riformato”. Così Laura Garavini, senatrice di Italia viva eletta in Europa e Vicepresidente della commissione esteri, a commento di quanto dichiarato dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, in audizione oggi alla Giunta delle elezioni della Camera.


“Nata con lo scopo di contrastare i brogli elettorali, alla prova dei fatti l'inversione dell’opzione rischia di favorire comportamenti illeciti perché favorisce il controllo del voto”, sostiene Garavini, secondo cui “è sbagliato avallare questo metodo, che, adottato in due tornate elettorali per il rinnovo degli organi di base Comites, ha dimostrato di non essere efficace e di abbassare la partecipazione”.

Per la senatrice “è opportuno ed urgente riformare il voto degli italiani all’estero, per evitare brogli. Proprio a tale proposito – ricorda – già ad inizio legislatura ho depositato una proposta di legge che prevede l’introduzione di modalità all’avanguardia, come blockchain e QR code, per mettere in sicurezza il voto per corrispondenza. Ma l’eventuale introduzione dell'inversione dell'opzione – conclude – sarebbe una soluzione fuorviante e deleteria, che porterebbe ad ottenere risultati opposti a quelli perseguiti".