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Silvia Stringhini Oldani: un’italiana da conoscere a Ginevra - di Carmelo Vaccaro

Nata nel 1982, la Prof. Stringhiniè sposata e madre di due bimbi di 3 e 5 anni. Ha lasciato l’Italia nel 2007 e ha vissuto in Irlanda, Inghilterra e Francia, per poi trasferirsi a Ginevra nel 2011. Da due anni dirige l’Unità di Epidemiologia della Popolazione all’Ospedale Universitario di Ginevra. Dopo una specializzazione in Economia Internazionale all’Università di Pavia, ha conseguito un Master in Sanità Pubblica a Dublino e in seguito un Dottorato in Epidemiologia e Sanità Pubblica a Parigi e Londra. Da sempre si interessa alle diseguaglianze sociali in salute e da molti anni lavora in consorzi internazionali che ragguppano grandi coorti o studi popolazionali.


Dal 2011 vive a Ginevra dopo aver iniziato la sua carriera in Svizzera a Losanna, dove é stata prima post-dottoranda, poi ricercatrice e poi responsabile di settore di ricerca all’Istituto di Medicina Sociale e Preventiva del CHUV (ora UNISANTE). Nonostante la famiglia fosse temporaneamente a Toronto, la Prof. ha ottenuto alla fine del 2018 il posto di direzione dell’Unità di Epidemiologia a Ginevra.

Con una funzione accademica all’Università di Losanna dal 2016, la Prof. Stringhini Oldani ha ottenuto nel 2019 la funzione di privat docent dell’Università di Ginevra, e dal 2021 ha una funzione accademico-universitaria in tanto che professore dell’Università di Ginevra e responsabile di Unité dell’HUG. Inoltre, ha anche ottenuto un grandissimo numero di finanziamenti competitivi per la ricerca, e numerosi premi in riconoscimento dei suoi traguardi scientifici, quali il Prix Scientific Leenaards, il Premio Pfizer per la ricerca, la borsa Ambizione, e numerosi altri fondi e premi.

In seguito alla crisi COVID19, l’unità diretta dalla Prof. Stringhini Oldani si é ritrovata al centro dell’attività di sorveglianza epidemiologica della trasmissione di SARS-COV-2. Con la sua équipe che é passata da 12 a fino ad 80 persone, la Prof. Stringhini Oldani ha messo in piedi grandi studi di seroprevalenza della popolazione generale del Cantone di Ginevra (SEROCOV-POP), uno studio sui lavoratori essenziali (SEROCOV-WORK), uno studio sulla trasmissione del SARS-COV-2 negli ambienti scolastici (SEROCOV-School), una grande coorte digitale per il monitoraggio delle dinamiche immunitarie e dell’impatto della crisi sulle varie dimensioni della salute (https://www.specchio-covid19.ch/) ed é investigatore del programma nazionale Corona Immunitas. Da qualche mese è anche membro del comitato scientifico nazionale COVID19 (COVID19 National Scientific Task Force).

Prof. Stringhini, sicuramente l’Italia avrebbe avuto bisogno delle sue competenze nel periodo di questa pandemica situazione, come mai ha scelto l’estero per esprimersi?
Quello che la mia Unité è riuscita a mettere in piedi in seguito a questa crisi è solo in parte dipendente dalle mie competenze. Abbiamo beneficiato di una infrastruttura messa a disposizione dell’Ospedale Cantonale, dalla strettissima collaborazione con numerosi dipartimenti dell’HUG (malattie infettive, laboratorio, pediatria, IT, comm., etc), delle strette collaborazioni con il Cantone e con l’Ufficio Federale della Sanità Pubblica che avevamo da prima della crisi. Moltissimi colleghi in Italia, con un network in Italia, hanno fatto quello che abbiamo fatto noi, io là sarei stata probabilmente inutile.

Un lavoro molto impegnativo il suo, come unisce professione e famiglia?
Questa é la parte davvero piu’ difficile, con due bambini piccolini e sia io che mio marito con due lavori impegnativi richiede moltissima organizzazione e molti sacrifici, incluso da parte dei nostri bimbi. Abbiamo sempre avuto molto aiuto da parte della famiglia, ma con le limitazioni agli spostamenti dettate dalla pandemia quest’anno non é stato facile. Siamo fortunati ad avere una nounou bravissima e poi ci organizziamo alternandoci. Cerco comunque di lavorare il meno possibile i weekend, almeno quando i bimbi non dormono, e come tutte le mamme che lavorano mi chiedo quasi ogni giorno se non rimpiangerò tutto questo. Il tempo ci dirà.

Dopo un suo percorso, negli ultimi anni, molto intenso, perché Ginevra, cosa offre questa bella città?
La Svizzera ci ha sicuramente offerto moltissime opportunità. Da sempre abbiamo dovuto affrontare i “défis” che tutte le coppie con doppia carriera hanno davanti, é una questione di conciliare le opportunità professionali singole con le esigenze di una famiglia. Abbiamo praticamente girato il mondo, Ginevra é sicuramente una bella città per crescere dei bimbi e ha saputo offrire opportunità lavorative per entrambi. Senza contare che siamo Lombardi, quindi almeno in tempi non pandemici la nostra terra di origine é davvero dietro l’angolo.

Dopo questa esperienza negativa del virus SARS-COV-2, come dovrebbe proteggersi il mondo da questo tipo di rischi d’estinzioni dell’umanità?  
Sicuramente la pandemia ha suonato una importante campanella d’allarme per l’umanità. Sia come cittadini che come imprese o politici siamo costantemente dibattuti, nelle nostre scelte, tra quello che puo’ essere il nostro vantaggio individuale immediato e quelle che sono le possibili conseguenze delle nostre azioni e scelte sull’ambiente, sul nostro pianeta, e sul futuro dei nostri figli e nipoti. Le conseguenze essendo difficilmente percettibili e concrete, si ha tendenza a scegliere per il vantaggio piuttosto che evitare una conseguenza negativa che comunque non vedremo direttemente. La pandemia che queste conseguenze “indirette” possono imprevedibilmente anche presentarsi direttamente e concretamente. Spero che servirà a cambiare la nostra prospettiva sul cambiamento climatico.

Da esperta professionista, come vede e quando la fine del tunnel “COVID19” nel mondo?
Prevedere quando sarà la fine per il mondo intero, é difficile. Da noi in Europa, si cominceranno davvero a vedere progressi concreti quando la maggior parte della popolazione, inclusi i bambini, sarà immunizzata, probabilmente verso fino 2021, inizio 2022. Speriamo questo avvenga velocemente anche su scala mondiale, in modo da evitare lo svilupparsi di nuove varianti che potrebbero diminuire l’efficacia dei vaccini.

Così si conclude l’intervista alla Prof. Silvia Stringhini Oldani che auguriamo buon lavoro e la ringraziamo per aver accolto il nostro invito a far parte della rubrica, “Un italiana da conoscere a Ginevra”.