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GINEVRA, IL SECONDO FESTIVAL D’ITALIA SI SVELA – DI FABIO LO VERSO

In vista della seconda edizione del Festival d’Italia in programma il 3 giugno a Ginevra, Fabio Lo Verso, direttore de “il Quaderno”, ha intervistato il consigliere del Comites Alessio Caprari che, sul giornale edito dalle Éditions La Cité, associazione senza scopo di lucro con sede a Ginevra, anticipa le novità di questa seconda edizione.


D. Come si presenta la seconda edizione del Festival d’Italia?
R. Partirei dalle cose in comune con la prima edizione: sarà una festa della comunità italiana a Ginevra e una vetrina per alcune delle splendide realtà associative e istituzionali che la compongono. Sarà inoltre, ancora una volta, celebrata in occasione della Festa della Repubblica. Ma! Si concentrerà quest’anno in un’unica data – domenica 3 giugno – per agevolare la fruizione, in un unico appuntamento, di uno spaccato delle tante anime dell’italianità di Ginevra. Sarà inoltre ospitato, quest’anno, da La Fumisterie di Carouge (in Rue des Noirettes 21): uno spazio multifunzionale che consentirà, insieme con l’abituale servizio bar e ristorante, la produzione di eventi paralleli per pubblici diversi. Un esempio? Al mattino, mentre l’attore Giuseppe Viroli metterà in scena nel foyer il suo “Teatro di Stracci” per bimbi e ragazzi, la giornalista italo-iraniana Farian Sabahi presenterà nella saletta al primo piano la sua autobiografia Non legare il cuore. La mia storia persiana tra due paesi e tre religioni. E speriamo che il tempo ci consentirà di sfruttare anche la bella terrazza all’aperto. Altro importante elemento in comune con la prima edizione: la partecipazione è gratuita.

D. Chi sono quest’anno gli organizzatori?
R. L’organizzatore del Festival è il Comites, Comitato degli italiani all’estero, di Ginevra, un’istituzione, per legge, al servizio degli italiani all’estero da più di 30 anni, ma che gli stessi beneficiari purtroppo ancora (o di nuovo) poco conoscono, rivolgendoglisi per supporto o informazione. Il sito internet www.comites-ginevra.ch ospita, oltre ad un nuovo calendario delle moltissime iniziative italiane a Ginevra aggiornato in tempo reale, il regolamento del Comites e la descrizione delle sue commissioni Cultura, Comunicazione e Lavoro. Detto questo, mi sia concesso di dire che l’ideatore ed anima del Festival è il presidente del Comites di Ginevra Andrea Pappalardo, anche quest’anno in prima linea “testa, cuore e braccia” nell’organizzazione. Il Festival è anche, ritengo, una metafora di quello che il nostro Comites vuole rappresentare per la comunità italiana a Ginevra: inclusione (tutte le associazioni sono state invitate a presentare idee ed iniziative), sinergie e scambio intergenerazionale. Nel pomeriggio la neonata Associazione ricercatrici e ricercatori italiani in Svizzera (ARI@CH) presenterà, per bocca del suo autore, il libro del professor Toni Ricciardi Breve storia dell’emigrazione italiana in Svizzera: tutt’attorno alcuni esiti di questa emigrazione saranno plasticamente rappresentati, dalle più antiche associazioni regionali – conservatrici di cultura, nonché già luogo di accoglienza, sostegno e lotta nel tempo troppo spesso dimenticato della discriminazione – alle nuove e vibranti realtà, non ultime quelle da poco sviluppatisi in seno alla Camera di commercio italiana a Ginevra e che si rivolgono ai giovani manager o alle donne imprenditrici.

D
. Le associazioni italiane hanno dato il loro contributo, quali e in che modo?
R. In molti hanno generosamente risposto all’appello del Comites anche per questa seconda edizione del Festival, proponendo progetti o fornendo spunti durante le riunioni organizzative. Molto importanti sono stati i commenti e le osservazioni sulla prima edizione, di cui abbiamo cercato di fare tesoro. Rimanderei al programma definitivo (in via di stampa) per i singoli contributi, anche per non dimenticarne nessuno; ci terrei però a ringraziare personalmente in modo particolare l’Associazione regionale sarda, per la generosità di iniziative e la flessibilità dimostrati in fase organizzativa; così come il “media-partner” RadioPizza Svizzera per la promozione già avviata all’interno dei suoi programmi. Le sue interviste al pubblico – così come anche il “casting” della regista Kathrine Dominicé per un suo documentario sugli Italiani di seconda generazione – punteggeranno il Festival dal mattino alla sera. La Società Dante Alighieri sta lavorando ad una vera sorpresa per la nostra manifestazione, ma a parlarci di Dante (e delle influenze arabe sulla Divina Commedia) saranno Federica Rossi e Alessandro Collorà dell’Università di Ginevra. Non dimentichiamo naturalmente la Costituzione italiana (cui il Festival è sempre implicitamente dedicato, a partire dalla scelta della data), fresca settantenne: sarà il PD di Ginevra ad accendere un riflettore su “Le Donne della Costituente”, mentre Giuseppe D’Alba (Viva la Costituzione, Libertà e Giustizia) spiegherà i principi della Carta ai ragazzi, distribuendone i testi.
Il Comites non ha dimenticato di riservare un ampio spazio alla musica, che verso sera diventerà protagonista assoluta, né di organizzare in prima persona un evento culturale (mi sia consentito di dire) di primo piano: l’intervista del giornalista scientifico della RAI Pietro Greco a Ranieri Guerra, assistente del direttore generale per le Iniziative Speciali dell’Organizzazione mondiale della sanità. Per questa iniziativa e per molto altro un ringraziamento speciale è dovuto al consigliere del Comites Bernardino Fantini.

D
. Come si è conclusa la prima edizione, in termini di pubblico e di risultati?
R. Questa seconda edizione del Festival vive anche grazie all’entusiasmo seguito al successo della prima. Il contesto era molto diverso: diviso in due giornate, ospitato da gazebo all’aperto in place de la Sardaigne (sempre a Carouge, che si conferma centro d’elezione per gli italiani), l’esperimento dell’anno scorso ci ha permesso di presentare a centinaia di persone, italiane e non, la ricchezza della nostra comunità: eccellenze enogastronomiche, sguardi di artisti stranieri sul nostro paese, romanzi di autrici del calibro di Sandra Bonsanti e Dacia Maraini così come di giovani alle prese con l’opera prima, teatro di professionisti e dilettanti e molto altro ancora. La pioggia battente – a tratti un diluvio! – non ha impedito il “flash-mob” di tango, con gli indomiti ballerini a danzare con l’acqua alle caviglie in una Place de Sardaigne trasformata in piscina, né al vasto pubblico di apprezzare l’iniziativa. Quest’anno, ad ogni buon conto, saremo all’asciutto! La scelta di cambiamento (in primis di luogo e nella proposta delle attività in un giorno solo) è in realtà coerente, ritengo, con lo spirito pionieristico di un festival che consideriamo davvero innovativo, anche ben oltre i confini cantonali. Sperimentiamo forme nuove cercando il consenso della comunità italiana che il Festival nutre, organizza e frequenta, sperando di lasciare in eredità ai Comites e agli Italiani che verranno una bella tradizione e una festa per tutti”.

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