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PRIMARIE PD: PERCHÈ HO DECISO DI SOSTENERE ANDREA ORLANDO

Ho sempre avuto rispetto per chi ha fatto e fa scelte diverse dalle mie; dal prossimo mi attenderei un comportamento analogo nei confronti di chi ha idee e convincimenti dissimili. Vedo però che la tendenza a dare addosso a chi la pensa diversamente da noi è una prassi dura a morire. Per la mia scelta di sostenere la candidatura di Andrea Orlando a segretario del Pd sono stata accusata, da persone che stimavo, di essere una traditrice, una voltagabbana, di aver fatto una scelta non dettata da ideali valoriali bensì dal mero tornaconto personale. Francamente non riesco a comprendere quale sarebbe il mio interesse personale: sto forse salendo sul carro del vincitore? Ho sostenuto Renzi in passato e lo rivendico, così come rivendico le cose buone fatte dal Governo.


Le persone però evolvono ed io sono fra queste. Fa parte della capacità umana rielaborare le esperienze e considerare evolutivamente le nuove circostanze. La mia riflessione è iniziata nel momento in cui alcune delle mie aspettative sono state disattese e si è acuita dopo la batosta del referendum del 4 dicembre scorso allorchè non si è voluto fare un’analisa seria per capire la ragione di quella sconfitta.

Prima di decidere chi appoggiare nella corsa alla segreteria del mio partito, mi sono posta alcune domande: abbiamo profuso energie sufficienti per evitare il continuo crescere delle distanze tra la parte debole del Paese e quella forte? La segreteria nazionale ha funzionato? I circoli sono vitali? La funzione propria del partito nel territorio è stata plurima, capace? Il segretario ha fatto il segretario?
La mia non è una scelta contro Renzi, al quale riconosco il coraggio di essersi speso per le riforme e di aver impresso alcuni cambiamenti di rotta della politica italiana, al contrario, ho deciso di sostenere Orlando perchè ha messo al centro della sua proposta la necessità di ricostruire il partito che, non possiamo nascondercelo, è ridotto male.

Diversamente da quanto è avvenuto in questi ultimi anni, bisogna che il segretario si occupi seriamente del partito. Partito e Governo sono due cose diverse: questa distinzione è da riaffermare.
Sono convinta che con Andrea Orlando si possano ricucire quegli strappi che si sono prodotti in questi ultimi anni con le rappresentanze intermedie. Penso che con Orlando, che più volte ha affrontato il tema della lotta alla diseguaglianza, si possano ridurre le distanze con i tanti militanti che non si sono sentiti coinvolti in un progetto di centrosinistra.

Il Partito deve tornare ad essere il luogo del dialogo e della elaborazione politica, dove si costruiscono rapporti, dove si fa rete e non può essere soltanto un comitato elettorale.

La politica deve ritrovare il suo spazio nelle piazze e nelle comunità per tornare ad interrogarsi, per condividere i problemi comuni e politici. Social network e piattaforme, per quanto importanti, non potranno mai sostituire le relazioni umane e le emozioni che possiamo provare soltanto guardandoci negli occhi.

La politica oggi ha bisogno di normalità, di dialogo e di condivisione.

Ecco perchè ho scelto di sostenere Andrea Orlando: vedo la necessità che alla guida del Pd ci sia una personalità che sappia unire tutte le forze e usare al meglio le tante energie e competenze che ci sono, nel rispetto e nella fiducia reciproca tra la maggioranza e le minoranze.

Come già detto, nutro il massimo rispetto per coloro che hanno preso una decisione diversa dalla mia, certa del fatto che dopo le Primarie sosterrò fedelmente il segretario del mio partito, chiunque esso sia.

Maria Bernasconi - presidente nazionale del Pd Svizzera

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