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Mariano Franzin ai microfoni de La Notizia di Ginevra con Carmelo Vaccaro

Il 19 febbraio scorso, la SAIG ha avuto il piacere di intervistare Mariano Franzin, Presidente della ITAL-UIL Svizzera. IMU, Secondo Pilastro, aggiornamenti dei diritti degli italiani all’estero sono stati i temi affrontati.


Da anni la SAIG e l’ITAL-UIL in Svizzera collaborano molto allo scopo di tenere sempre informati i connazionali circa le novità fiscali, tributarie e previdenziali e di indirizzarli verso le varie sedi che il Patronato gestisce in Svizzera per poter ricevere consulenza ed assistenza per pratiche previdenziali, sanitarie e socio-assistenziali, incluse quelle di emigrazione ed immigrazione.

Dopo le presentazioni, Carmelo Vaccaro, Coordinatore della SAIG, ha iniziato l’intervista chiedendo che cos’è un Patronato e di cosa si occupa.

Mariano Franzin, dopo aver ringraziato per l’invito e ricordato che da oramai da 10 anni, ogni anno l’ITAL-UIL è presente alla SAIG per aggiornare la collettività italiana di Ginevra e dintorni sulle problematiche previdenziali ed assistenziali presenti in Svizzera, ha fatto un breve excursus storico sui Patronati, nati nel 1947 e cioè l’anno successivo, nel 1946, della nascita della Repubblica italiana.

Il Patronato, prosegue, è un ente di diritto pubblico riconosciuto dallo Stato italiano con legge del 1947 e successivi aggiornamenti. L’attuale legge che regola le attività dei patronati è la n. 152 del 2001.

Dal 1963, in pieno boom economico, l’ITAL opera in Svizzera, con la prima sede a Zurigo, grazie anche agli ottimi rapporti internazionali, allora come ora, con l’Unione Sindacale Svizzera (USS), ed a seguito delle sollecitazioni da parte dell’emigrazione italiana, che necessitava di un ufficio cui rivolgersi per risolvere tutte le necessità una volta arrivati all’estero, come conoscere diritti e doveri.

Franzin ha proseguito spiegando in cosa consiste l’attività della ITAL, la quale, secondo quanto stabilito dalla legge istitutiva, provvede a tutelare ed assistere gli italiani ed i loro familiari affinché ottengano un diritto loro spettante sulla base della legge del paese ove risiedono. La ITAL, quindi, segue, nello specifico in Svizzera, tutte le questioni relative ai diritti assicurativi e previdenziali italiani ed esteri (pensioni vecchiaia, invalidità, superstiti erogate dall’INPS e pensioni svizzere AVS, AI, PC, CASSA PENSIONE), assiste altresì per i diritti dell’assicurazione contro gli infortuni SUVA e malattie professionali, consulenza e informazioni fiscali su IMU E TARI nonché su Amnistie e Accordi sul libero scambio di informazioni bancarie.

Franzin, ha puntualizzato che l’ITAL svolge periodicamente assemblee informative e di aggiornamento destinate all’approfondimento e perfezionamento della legislazione sociale svizzera e dell’Unione Europea (aggiornamenti delle leggi AVS-AI, Disoccupazione, LPP, Malattia ed Infortuni) su tutti i temi assicurativi, previdenziali e fiscali che riguardano da vicino i connazionali.

In questo periodo, in particolare, sottolinea Franzin, l’ITAL si occupa di richiedere le certificazioni uniche (i CU), cioè le certificazioni di salario, necessarie per fare la dichiarazione delle imposte al fisco svizzero, ma anche da comunicare alle prestazioni complementari (gli aiuti sociali) se si percepiscono, e, a breve, si occuperà della campagna dei redditi esteri per i pensionati residenti all’estero, nel nostro caso la Svizzera, compagna chiamata dei RED EST, mediante la quale si comunicano all’INPS, per il calcolo annuale delle pensioni da erogare, i redditi percepiti nel paese di residenza. Questa comunicazione è necessaria per valutare se ci sono delle modifiche della pensione italiana in sfavore dei pensionati o in loro favore. Ad esempio potrebbero anche aver diritto ad una quattordicesima. In difetto di comunicazione del RED EST, avverte, l’INPS può bloccare la pensione e poi per ripristinarla ci vuole un iter lungo e difficoltoso. Franzin, a questo punto, ha invitato i connazionali, non appena ricevuto il formulario, a recarsi presso il patronato per compilarlo e rispedirlo in maniera telematica all’INPS.

Fino a qualche tempo fa, prosegue, c’era la campagna dell’esistenza in vita che per fortuna adesso è stata risolta in accordo tra la cassa di compensazione svizzera e l’INPS che si scambieranno automaticamente le informazioni per sapere direttamente chi è deceduto. E questo comporterà un onere in meno a carico del pensionato.

Vaccaro, ha introdotto, a questo punto, il tema dello scambio automatico di informazioni, ormai in vigore da tempo, tra uno Stato e l’altro, ricordando il gran lavoro di informazione svolto negli ultimi anni dalla SAIG anche grazie all’aiuto dell’Avv. Testaguzza, per aiutare i connazionali a dichiarare i beni in loro possesso all’estero e non ancora dichiarati al fisco svizzero approfittando della legge sull’amnistia fiscale, in vigore dal 2010 al 2018. E proprio dal 2018, si attiva  il  SAI, acronimo per Scambio Automatico di Informazioni, chiarisce Vaccaro, chiedendo a Franzin di spiegare meglio in cosa consiste.

Franzin ha ricordato le molte conferenze fatte sul tema nel corso delle quali ha preannunciato che a partire dal 2018, sarebbe entrata in vigore il SAI, appunto, che riguarda lo scambio di informazioni bancarie sulla base di un accordo che l’Italia, assieme agli altri 27 paesi europei ha firmato con la Svizzera, secondo il quale se si è intestatari di conti correnti bancari o postali, di polizze assicurative sulla vita, di buoni fruttiferi o di buoni del Tesoro, in un paese diverso da quello di residenza, lo Stato ove si trovano questi capitali, ne comunica l’esistenza, al 31 dicembre di ogni anno, allo Stato di residenza dell’intestatario, in maniera del tutto automatica e prescindendo da una specifica richiesta. In Italia, ad esempio, ogni Istituto finanziario è obbligato a comunicare all’Agenzia delle Entrate i conti intestati ai residenti all’estero e, in caso di residenza in Svizzera, i suddetti dati vengono comunicati a Berna che poi provvede a comunicarli ad ogni cantone.

Contro ogni previsione di chi non ha creduto che il SAI avrebbe funzionato e non si è autodenunciato, già dai primi mesi del 2019, molti contribuenti non in regola stanno ricevendo lettere con l’intestazione “scambio automatico di informazioni” da parte del fisco cantonale che comunica aver appreso l’esistenza di capitali all’estero non dichiarati, dando un termine per trasmettere gli estratti conto bancari alla fine di ogni anno per gli ultimi 10 anni. Inoltre, viene richiesto di indicare eventuali altri conti non ancora a conoscenza del fisco elvetico. Nella stessa lettera c’è un avvertimento con il quale si attira l’attenzione sul fatto che verrà fatta una riliquidazione delle imposte da pagare anno per anno sulla base di quei capitali con aumento delle imposte maggiorate di interessi, oltre alla comminazione di un’ammenda (che va da un minimo di 1/3 ad un massimo di 3 volte dell’importo evaso, che dipende dalla collaborazione del contribuente). Nei casi più gravi, ci può essere una denuncia penale ed una espulsione dalla Svizzera se non si è naturalizzati.

Vaccaro ha poi introdotto la tematica dell’IMU, più volte affrontata anche dalla SAIG, chiedendo a Franzin di chiarire la nuova normativa, in vigore da gennaio di quest’anno, e che prevede un’esenzione del pagamento del 50% in favore dei pensionati all’estero titolari di una pensione in convenzione internazionale.

Il Presidente ITAL Svizzera, spiega che i pensionati residenti all’estero, iscritti all’AIRE e possessori di un immobile in Italia non affittato né concesso in comodato d’uso ad altri, da gennaio 2015 a dicembre 2019 hanno avuto un’esenzione totale del pagamento dell’IMU e dei 2/3 del pagamento della tassa sui rifiuti. Detta legge era stata poi abolita per l’anno 2020 (a seguito di una procedura europea di infrazione deferita all’Italia). Grazie, poi, all’intervento in Parlamento della Senatrice Laura Garavini e degli altri nostri parlamentari all’estero, a partire da gennaio 2021, l’esenzione dal pagamento ammonta a 50% dell’IMU sulla prima casa in Italia, che sia libera (non affittata né concessa in comodato d’uso) per i pensionati residenti all’estero titolari di una pensione italiana, sia pur minima, in convenzione internazionale (i titolari dell’AVS svizzera o dell’AI non hanno diritto).

Purtroppo, come sottolineato dal Coordinatore Vaccaro e confermato da Franzin, i cittadini italiani emigrati all’estero non ancora pensionati non sono equiparati ai cittadini che risiedono in Italia, emigrati in un’altra città per lavoro, che sono esentati dal pagamento dell’IMU sulla prima casa. Si tratta di una disparità di trattamento che ancora esiste e sussiste. È un’ingiustizia che il cittadino italiano all’estero subisce da parte dell’Italia.

Per finire, nel caso di trasferimento in Italia, Vaccaro ha chiesto a Franzin chi e come può richiedere il ritiro del secondo pilastro.

Franzin chiarisce che la legge prevede che chi lascia la Svizzera definitivamente, in principio può riscuotere il suo capitale di cassa pensione in contanti ma a certe condizioni: se nel paese dove va a risiedere è in Europa, in uno dei 27 paesi europei, e chi si trasferisce si mette a svolgere un’attività lavorativa alle dipendenze di terzi, cioè si iscrive all’assicurazione generale obbligatoria di quel paese,  non può ritirare quel capitale fino ai 65 anni, anzi certi statuti stabiliscono anche a cominciare dai 60 anni. Dunque, se chi si trasferisce lavora non può ritirare il capitale fino all’età pensionabile. Se cessa l’attività lavorativa invece potrà ritirarlo se ha raggiunto l’età prevista dallo statuto dello Stato ove sposta la sua residenza.

Prendendo spunto dalle restrizioni previste a causa della pandemia, Vaccaro, ha chiesto infine a Franzin, come si può contattare la sede ITAL di Ginevra.

L’attività di patronato, ha detto Franzin, non è mai stata interrotta durante la pandemia per il coronavirus. Hanno tuttavia dovuto adattare gli uffici alle misure di protezione e sicurezza richiesti dal Governo (pannelli in plexiglas, disinfettante per le mani, distanziamento, mascherina obbligatoria).

Durante tutto questo periodo l’utenza è stata ricevuta su appuntamento (una a due persone alla volta) questo per evitare contatti tra assistiti in sala d’attesa. In questi ultimi 12 mesi, vi è stato, poi, un aumento dell’attività per corrispondenza, via e-mail e per telefono laddove non era indispensabile la presenza in ufficio dell’assistito (per es. se doveva firmare un documento).

Si deve riconoscere che gli assistiti hanno imparato che possono ricevere i documenti per posta e rimandarli tramite il servizio postale. La sede di Ginevra, molto ben gestita dai tre collaboratori che sono dei professionisti in gamba, come da riscontri degli stessi assistiti, resta a disposizione, anche durante l’emergenza sanitaria, per assistere come e meglio di prima l’utenza. Basta contattare gli uffici per telefono o per posta o per e-mail.

Terminata l’intervista Carmelo Vaccaro ha ringraziato sentitamente Mariano Franzin per l’incontro molto utile per le persone che seguono la SAIG ed ha rimandato ad un prossimo incontro a Ginevra magari una volta terminata la pandemia.