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Mario Draghi: il Professore che impartisce una lezione di etica istituzionale ai nostri politici di Carmelo Vaccaro

Chi mi conosce sa che raramente intervengo sulle questioni politiche di partito e nemmeno adesso intenderei farlo. Tuttavia, ascoltando i discorsi del Presidente del Consiglio Mario Draghi, ho sentito fortemente il desiderio di esprimermi in questa occasione, avendo il Presidente Draghi perfettamente impostato due discorsi con i quali, dall’alto della sua levatura professionale e personale, è riuscito a dare una lezione di morale istituzionale ai componenti del nostro Parlamento.


Analizzando alcuni passaggi del suo discorso al Senato, notiamo che egli annuncia da subito che non lavorerà per la politica, ma bensì, da buon vero patriota, per gli italiani e l’Italia e lo fa richiamando tutti all’unità Nazionale per il bene di tutti: 

“Il primo pensiero che vorrei condividere, nel chiedere la vostra fiducia, riguarda la nostra responsabilità nazionale. Il principale dovere cui siamo chiamati, tutti, io per primo come presidente del Consiglio, è di combattere con ogni mezzo la pandemia e di salvaguardare le vite dei nostri concittadini. Una trincea dove combattiamo tutti insieme.”

Nel suo intervento continua parlando di chi soffre la drammatica situazione pandemica attuale: ricorda chi non c’è più, chi ha perso il lavoro e chi si è impoverito proprio a causa della straordinaria situazione emergenziale che il mondo sta vivendo da un anno a questa parte.

Il nuovo Presidente ha scelto di mettere in primo piano la sofferenza dei suoi concittadini, un popolo che, invece, viene spesso citato da tanti solo per becera demagogia. Draghi e si esprime con queste parole forti di significato:

“Conosciamo le loro ragioni, siamo consci del loro enorme sacrificio. Ci impegniamo a fare di tutto perché possano tornare, nel più breve tempo possibile, nel riconoscimento dei loro diritti, alla normalità delle loro occupazioni. Dobbiamo occuparci di chi soffre adesso, di chi oggi perde il lavoro o è costretto a chiudere la propria attività.”

Molto emozionato per il prestigioso ma al contempo difficilissimo l’incarico conferitogli dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, Draghi ha poi chiarito subito che non c’è nessuna critica per il suo predecessore, anzi, ha ringraziato Giuseppe Conte elogiandolo, per come si è trovato a combattere una situazione di emergenza sanitaria ed economica di proporzioni epocali, come mai accaduto dall’Unità d’Italia. Citando Conte ha fatto capire che non ci saranno conflitti tra le forze politiche all’interno dell’ampia maggioranza che lo sostiene.

Consapevole della pesante responsabilità sua e del suo Governo, Draghi, richiama, ancora una volta, le forze politiche a rinunciare ai propri cavalli di battaglie che, in un’epoca come quella che stiamo vivendo, sono obsoleti, inutili e non perseguono il bene dei propri elettori. Quindi, anche in questo passaggio, fa capire che lui vuole rappresentare gli italiani e non le forze politiche che lo dovranno necessariamente sostenerlo secondo le regole della democrazia. E lo afferma con questa frase: “Questo è lo spirito repubblicano di un governo che nasce in una situazione di emergenza raccogliendo l’alta indicazione del capo dello Stato.”

Rammenta inoltre, che la crescita economica di un Paese, non fiorisce solo da specifici atti economici, ma dipende anche dalla fiducia che i cittadini dimostrano verso le istituzioni, dalla condivisione dei valori e dalle speranze che chi governa riesca a realizzare quanto necessario. Nel passaggio successivo, con poche parole, il Presidente Draghi ha indicato quali dovrebbero essere i principi di convivenza nella politica e tra i cittadini citati, nel suo lungo discorso, come farebbe un padre parlando del bene dei figli. E, rivolgendosi alle forze politiche del Paese, Draghi, contrariamente al pensiero espresso da molti, afferma: 

“Si è detto e scritto che questo governo è stato reso necessario dal fallimento della politica. Mi sia consentito di non essere d’accordo. Nessuno fa un passo indietro rispetto alla propria identità ma semmai, in un nuovo e del tutto inconsueto perimetro di collaborazione, ne fa uno avanti nel rispondere alle necessità del Paese, nell’avvicinarsi ai problemi quotidiani delle famiglie e delle imprese che ben sanno quando è il momento di lavorare insieme, senza pregiudizi e rivalità.

Nei momenti più difficili della nostra storia, l’espressione più alta e nobile della politica si è tradotta in scelte coraggiose, in visioni che fino a un attimo prima sembravano impossibili. Perché prima di ogni nostra appartenenza, viene il dovere della cittadinanza. Siamo cittadini di un Paese che ci chiede di fare tutto il possibile, senza perdere tempo, senza lesinare anche il più piccolo sforzo, per combattere la pandemia e contrastare la crisi economica.

E noi oggi, politici e tecnici che formano questo nuovo esecutivo siamo tutti semplicemente cittadini italiani, onorati di servire il proprio Paese, tutti ugualmente consapevoli del compito che ci è stato affidato. Questo è lo spirito repubblicano del mio governo.”

Insomma, già dalle prime battute, il Presidente Draghi dimostra di volersi fattivamente occupare dei problemi italiani facendo riferimento ai problemi pandemici da risolvere con urgenza, indicando legalità e sicurezza quale la base per attrarre investimenti, parla della semplificazione e trasparenza nella Pubblica Amministrazione contro la corruzione e dei dati ufficiali dei crimini che migliorano, ma che non corrispondono alla percezione dei cittadini.

Il Presidente del Consiglio Mario Draghi è stato votato a maggioranza schiacciante sia alla Camera che al Senato. Alla Camera, addirittura, una standing ovation gli è stata riservata da tutti i Deputati in piedi, eccetto il gruppo dell’opposizione.

Tuttavia, molte contraddizioni sono apparse nel panorama politico italiano. Tanti personaggi politici di rilievo che hanno cambiato idea nel volgere di una settimana. Malgrado il fatto che tutti i maggiori esponenti politici hanno giustificato come hanno potuto le motivazioni della sofferta decisione di appoggiare il Presidente Draghi, egli dava alla politica italiana una vera lezione di morale istituzionale senza precedenti.

I primi passi del Governo Draghi sono già fiorenti, anche se non ha citato i problemi degli italiani all’estero,  ma, consiglio a molti di giudicare i risultati di questo Governo, senza andare a sbandierare le molte facce di una realtà politica che, in Italia, si è radicata da tempo ma che, alla lunga, non farà altro che continuare ad allontanare l’elettorato dalle istituzioni. Ci auguriamo che il Presidente Draghi, che gode di diffusa e radicata buona fama sia in Patria, sia in Europa, riesca a perseguire i difficili obiettivi che si è prefissato e che le forze politiche gli diano, stavolta, tutto l’appoggio necessario. Lo chiedono i cittadini, lo esige la Storia.

Mi piace chiudere con una citazione del grande Socrate:  “È sapiente solo chi sa di non sapere, non chi s'illude di sapere e ignora così perfino la sua stessa ignoranza.”