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PARLAMENTARI PD ESTERO: SUI FINANZIAMENTI A COMITES E CGIE GLI ELETTI ALL’ESTERO DELLA MAGGIORANZA SI DANNO LA ZAPPA SUI PIEDI

Non si è fatta attendere la replica dei parlamentari Pd eletti all’estero che erano stati accusati ieri dai colleghi della maggioranza – Billi, Borghese, Lorenzato e Siragusa – di vericolare “bufale” sui fondi destinati a Comites e Cgie.  “I COMITES di ogni parte del mondo stanno da mesi esprimendo le loro rimostranze per il fatto di avere avuto nella legge di bilancio per il 2019, la prima approvata dal governo giallo-verde, una diminuzione di fondi rispetto all’anno precedente di circa un milione, equivalente al 44% della loro disponibilità di bilancio”, scrivono oggi in una nota congiunta i senatori Garavini e Giacobbe, e i deputati Carè, La Marca, Schirò e Ungaro.


“A sua volta, - aggiungono – il CGIE ha dovuto prendere atto di una diminuzione di circa 400.000 euro, che l’ha costretto ad annullare una delle due assemblee plenarie previste e a non poter essere complessivamente presente in occasione dell’importante appuntamento di Palermo con i giovani italiani provenienti da tutto il mondo, come accaduto nelle occasioni precedenti. Alcuni eletti all’estero dell’attuale maggioranza, anziché rispondere ai presidenti e ai membri dei COMITES o ai componenti del CGIE di queste questioni aperte e dire se governo e maggioranza prevedano un recupero di tali necessarie risorse, non trovano di meglio che rispondere agli eletti all’estero del PD, che, guarda caso, gli aumenti nella precedente legge finanziaria erano riusciti a farglieli avere. O meglio, per essere più precisi ed onesti, erano riusciti con un loro emendamento a fare avere un milione in più ai COMITES perché l’aumento della dotazione del CGIE era stato il frutto di una diretta contrattazione tra lo stesso organismo e il Ministro Alfano, il cui esito positivo era stato registrato nell’assestamento di bilancio del 2017 e poi confermato dal Governo Gentiloni nel 2018”.

“La “colpa” degli eletti all’estero del PD – continuano i sei parlamentari – sarebbe stata quella di presentare un emendamento annuale che, evidentemente, non ha prolungato i suoi effetti negli anni successivi. Se non si tratta di mala fede, ma di inesperienza e di ingenuità, siamo di fronte ad un candore a dir poco commovente, di cui tuttavia comprendiamo la ragione di fondo. Poiché finora gli eletti all’estero di maggioranza non hanno portato a casa un solo emendamento approvato, vogliamo credere che non sappiano come funziona il giocattolo”.

“In tutti questi anni, per risalire la china in cui il risanamento finanziario e la spending review ci avevano inclinati, abbiamo sempre presentato, per farceli accettare, inizialmente emendamenti annuali reiterati o triennalizzati negli anni successivi. Così – ricordano ancora Garavini, Giacobbe, Carè, La Marca, Schirò e Ungaro – è accaduto per i corsi di lingua italiana all’estero, così per le scuole paritarie, così per le Camere di Commercio italiane all’estero, e via dicendo. Così come parlamentari del PD abbiamo tentato di fare anche quest’anno con gli emendamenti di conferma di 1 milione per i COMITES e di 500.000 euro per il CGIE, sia alla Camera che al Senato”.

“Quelli che denunciano oggi la semplice annualità degli aumenti – rimarcano i parlamentari democratici – sono gli stessi che hanno bocciato, scientemente e volutamente, i nostri emendamenti o che non hanno presentato i loro emendamenti, se non volevano sostenere i nostri, che pure erano stati fatti propri dalla Commissione Affari Esteri della Camera. Se non fossimo ormai abituati ad ogni forma di falsificazione, consiglieremmo ai nostri colleghi quantomeno di essere prudenti, di leggersi le carte e di capire meglio come si svolgono le dinamiche parlamentari”.

“Ma poiché le chiacchiere non ci interessano, ma ci interessano le cose concrete, allora rivolgiamo agli acrobatici colleghi della maggioranza una semplice domanda: poiché a breve arriverà l’assestamento di bilancio per il 2019, ve la sentite di fare come abbiamo fatto noi con l’assestamento di bilancio 2017, vale a dire unire tutte le voci e fare tutte le pressioni possibili per reintegrare queste somme, che se c’è volontà politica sono recuperabili? Se sì, - concludono – diamoci tutti da fare mettendo da parte queste sgangherate polemiche, se no abbiate perlomeno la decenza di tacere”.