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IL CONTRATTO DI GOVERNO DIMENTICA GLI ITALIANI ALL’ESTERO

Certo, se mai dovesse – come è auspicabile – nascere, la Commissione Bicamerale per le questioni degli Italiani all’Estero ne avrà di lavoro da fare. Soprattutto se si considera l’handicap attenzionale con cui nasce, visto che dei 29 capitoli di cui si compone il “contratto di governo” concordato da Lega e M5S nessuno contiene un riferimento ai connazionali all’estero. Eppure, i due partiti hanno ripetutamente ribadito che il loro programma intende far fare un passo indietro ai partiti ed uno in avanti ai cittadini. Peccato che quel passo sia, almeno finora, solo a beneficio di 60 milioni residenti in Italia, mentre i 4 milioni e 200 mila elettori residenti all’estero, vale a dire il 7% della popolazione, sono stati evidentemente dimenticati.


E dire che, proprio martedì scorso, mentre nelle redazioni incominciavano a girare le prime bozze del “contratto di governo”, alla Camera dei deputati si riunivano per la prima volta in questa Legislatura i 18 parlamentari – 12 deputati e 6 senatori – eletti all’estero da oltre 1 milione e 100 mila elettori.

Coscienti o meno della scarsa attenzione da parte del nascituro governo Lega - M5S, i 18 hanno agevolmente condiviso l’“opportunità e l’impegno” a portare avanti alcune iniziative legislative di comune ed alto interesse, propendendo per una regolare concertazione delle loro iniziative.

Tre le questioni prioritarie che hanno poi deciso di portare avanti nell’immediato.

La prima battaglia comune sarà, naturalmente, quella sulla istituzione di una "Commissione bicamerale per le questioni degli italiani all’estero". Una bozza di proposta di disegno di legge è già allo studio e sarà presto, questo l’impegno comune, finalizzata e presentata congiuntamente. L’obiettivo, spiegano i 18 parlamentari, è quello storico e strategico di avere un unico foro istituzionale di elaborazione di discussione ed iniziativa parlamentare sulle diverse questioni di rilevanza degli Italiani residenti all’estero. Gli altri due impegni sono, il primo, per la cosiddetta "messa in sicurezza del voto" e, l’altro, per il potenziamento delle risorse consolari per i servizi ai cittadini all’estero.

Un impegno non da poco, quindi, sul quale, va riconosciuto, i “18” intendono impegnarsi con o senza la commissione bilaterale e con l’auspicio, aggiungiamo noi, che, quanto a italiani all’estero, il “contratto di governo” contenga una involontaria omissione.

Giuseppe Della Noce