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POLITICHE 2018/ NARDI (UIM): ALL’ESTERO PREFERISCONO IL PD

“Il 4 marzo è ormai passato ed il risultato delle elezioni politiche italiane premia indubbiamente il M5s ed il Centrodestra e, in quest’ultimo raggruppamento, soprattutto la Lega di Salvini mentre ha penalizzato il PD”. Partono da qui le riflessioni di Dino Nardi, coordinatore europeo della Uim e già membro dell’assemblea nazionale Pd, sui risultati delle elezioni politiche.


“Nonostante la loro schiacciante vittoria, né il Centrodestra né il M5s raggiungono da soli la maggioranza in parlamento”, continua Nardi. “Pertanto vi è ora un difficilissimo problema per il Presidente della Repubblica Mattarella quando dovrà decidere a chi affidare l’incarico di formare un governo per questa legislatura, anche perché ad oggi il PD – in cui il suo leader Matteo Renzi ha dato le dimissioni dopo la sconfitta elettorale – intende giustamente, a mio avviso, posizionarsi all’opposizione in ossequio al verdetto degli elettori e quindi rifiutare ogni coinvolgimento in governi con il Centrodestra o con il M5s i cui programmi, peraltro, cozzano contro quello del partito democratico”.

Quanto alla Circoscrizione Estero, “il risultato è stato in controtendenza rispetto a quello che è stato il voto in Italia. Infatti, nel voto all’estero, vi è stata una conferma dell’orientamento delle passate elezioni politiche con il PD vittorioso sia alla Camera con il 26,44 e 5 eletti che al Senato con il 27,09% e 2 eletti. Evidentemente – commenta Nardi – all’estero gli elettori hanno valutato positivamente l’operato degli ultimi governi a guida PD di Matteo Renzi e di Paolo Gentiloni, nonché la maggior credibilità recuperata dall’Italia - rispetto al passato - sia nell’ambito dell’Unione Europea, che, più in generale, nei confronti dei vari Paesi in cui vivono le nostre comunità. Inoltre gli elettori all’estero, non vivendo in Italia, non sono stati ovviamente ammaliati né dalle promesse preelettorali del M5s come quella del reddito di cittadinanza, né dallo spauracchio dell’immigrazione utilizzata dalla Lega contrariamente a quanto è avvenuto invece in Italia”.

“Per restare poi alle nostre latitudini, ovvero in Europa e più precisamente in Svizzera, - aggiunge Nardi - quello che in questa tornata elettorale ha lasciato l’amaro in bocca a tanti elettori “elvetici” è la mancata elezione di candidati del PD residenti in Svizzera, contrariamente alle precedenti votazioni politiche (perlomeno al momento in cui stiamo scrivendo questa nota, visto che nel Collegio Europa devono essere ancora scrutinati una cinquantina di seggi). Questo nonostante il notevole numero di elettori che vi sono ancora nella Confederazione e la forza del PD in questo Paese. Anche se, ad onor del vero, per gli addetti ai lavori, non vi è stata alcuna sorpresa per questo risultato che, anzi, si temeva potesse concretizzarsi visto che nella lista del PD presentata in Europa, su dieci candidati, ben cinque di loro erano residenti in Svizzera con il rischio di una polverizzazione delle preferenze da parte dell’elettorato “elvetico” che, in effetti, si è verificata ed ha premiato i candidati PD residenti in altri Paesi europei”.

“Così che, dei sette parlamentari eletti in Europa in questa legislatura, di “svizzeri” vi sarà nel parlamento italiano solo l’onorevole Simone Billi del Centrodestra, in quota Lega, al quale naturalmente formuliamo le nostre congratulazioni per la sua elezione ed i nostri auguri di buon lavoro e – conclude – di saper rappresentare proficuamente nella Camera dei Deputati le istanze degli italiani all’estero e, in particolare, quelle della comunità italiana in Europa e soprattutto in Svizzera considerato che quest’ultimo è un Paese extracomunitario e quindi con problematiche particolari”.

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